29.8.10

emotività amplificata



In questa condizione di emotività amplificata, trovavo molto conforto nel poter stare assieme a lui.


Quello che si era accumulato nel cuore durante il periodo in cui non ci eravamo visti, salì in superficie sotto forma di sorriso.


Forse la reazione tipica di un uomo e una donna che provano attrazione.

Ma non sapevamo cosa sarebbe successo l'indomani, nemmeno se e in che modo ognuno di noi sarebbe cambiato nel corso del tempo e della possibile condivisione emotiva.

Ignoravamo fino a quando le nostre rispettive vite sarebbero state al nostro fianco.

Eppure in quell'istante e in quel luogo tutto era armonia.

Forse era l'illusione di un frangente, forse dopo poco tutto sarebbe cambiato improvvisamente.


Dopotutto, la luce del mattino, per quanto bella, non brilla mai in eterno.


Ma era proprio per questa ragione che cercavo di accumulare ricordi, gesti, parole, odori, sensazioni.

Così tanti da non riuscire a tenerli tutti con me.

Così tanti da averne uno per ogni battito, uno per ogni respiro, uno per ogni tuo sorriso.


L'interno di quella casa aveva ormai assunto un aspetto familiare, completamente differente da quello degli spazi in cui ero stata abituata a vivere in precedenza, che, malgrado le più o meno lunghe permanenze, non ero mai riuscita a chiamare casa.

Qualcosa era cambiato nel mio modo di relazionarmi allo spazio circostante o forse c'era semplicemente qualcosa di nuovo in me e nell'accogliente abitabilità di quelle mura.

Nonostante il mio soggiorno in quel luogo fosse passeggero e saltuario, le buone emozioni che ne derivavano consentivano un nuovo respiro alla mia anima.

La sua e la mia presenza si erano armonizzate in una maniera del tutto naturale e, mentre ci riposavamo bevendo una tisana all'arancia che sapeva di cannella, mi sentii felice di essere co-protagonista di tutto questo.


L'atmosfera cupa che avevo portato dentro per molto tempo si sarebbe affiancata a quella solare.

La nuova vita non avrebbe sostituito la vecchia, ma sarebbero state presenti entrambe.

Insieme, in me.

Grazie a noi.


Ogni qualvolta mi sarei allontanata da quella casa, le dolci immagini dei suoi tratti distintivi sarebbero rimaste in me, cullandomi sulla via del rientro ed allietando la mia lontananza.

Il calore del suo sorriso mi avrebbe accompagnato dall'aeroporto fino ai freddi giorni milanesi la cui la costante umidità non sarebbe stata eliminata nemmeno dalla spensieratezza dell'andare in bicicletta.


Ma adesso che ero in sua compagnia mi sentivo tranquilla come se fossimo stati sul fondo del mare o in cima ad una montagna.

Le ondate di emozioni si erano placate, amplificate dalla potenza della presenza.

E del presente.


Le attenzioni erano tutte focalizzate sull'ora.

Il passato viveva come sostegno delle nostre anime ed il futuro ne era la spinta propulsiva, ma guardavamo all'oggi.

Avevamo deciso di liberarci dall'oppressiva potenza del passato cercando una chiave interpretativa di ciò che stavamo vivendo ora in una totale autonomia temporale.

Penso che le persone che sono rimaste intrappolate nel passato, stiano semplicemente sbagliando a leggere il presente, nient'altro.

Erano mesi che non mi sentivo così.

Erano mesi che avrei voluto sentirmi così.


E ora.