9.8.10

elastico




Elastico.

Come il nostro cuore.

Capace di sopportare gli sforzi più grandi.


Elastico.

Come quella parentesi capace di liberare dalla pesantezza del pensiero.

Capace di innalzare i capelli e con essi lo spirito.


E tu giocavi con quell'elastico come un insolito burattinaio attento alla vita delle sue piccole creature.

Altrettanto deboli e delicati sono i pezzi della vita.


Quell'elastico.

Blu notte, come i sogni che ritornano.

Lo prendevi fra le mani, lo giravi e lo rigiravi.

Te lo mettevi al polso, lo annodavi fra le dita, lo allargavi mettendone alla prova la tensione e lo lasciavi quindi tornare alle sue dimensioni iniziali.

Mentre mi parlavi, mentre ti ascoltavo, ti osservavo.

E il percorso era parallelo.

La dolce e naturale evoluzione delle parole si trasferiva nelle evoluzioni delle tue mani attorno a quell'elastico.


Come in un ballo.

A due.

Come in un abbraccio.

Tra due.


L'emozione del ricordo riaffiora sciogliendomi spensieratamente i capelli.

E sei lì.

In quel blu, in quella rilassata tensione, in quel cerchio scacciapensieri.


Sarebbe stato bello immaginarti ancora alle prese con quell'elastico nelle più diverse situazioni della tua vita.

E invece l'immaginazione è tornata concretamente a me.

Nelle mie mani.

Nei miei capelli.


E non la lascerò fuggire.

Non ne farò partire il ricordo.


E così, inebriata e accecata dalla forza delle emozioni, sorrido, legandomi i capelli.




Per te, forse così ignaro di tutto questo cerchio di vite.

_13.03_