27.9.07

quotidiana poesia


Non era solo una domanda. Non era
Solo quella

Che non sta ferma sulla bocca, non era solo
La domanda che nemmeno si osa fare

E che però grida da tutti i secoli
Nelle fratture d’ossa, negli scafi
Rovesciati, nella miccia di prima vita
Laggiù nel ventre

Non era solo quella sfacciata, stupida,
feroce domanda di non morire mai –
era
come quando si cade in un abbraccio
che si attendeva

e si mette il volto tra le spalle e il collo
di chi si desiderava
ed è un precipitare
dall’altezza di molte solitudini
e dalla disperata altezza di molti errori
fino alla giusta altezza di quell’ abbraccio
che ti rende ancora
vivo.

Lui grida.
Sa che amare
Vuol dire esser pronti.
E che solitamente non si è
Pronti.
L’amore è eccezionale
Come prepararsi è eccezionale.

Grida, sa che l’amore ha a che fare con l’imperfezione,
più che con il perfetto.
Qui giù,
in terra.
Nella terra e nei detriti.

E sa, grida che Dio non ama coloro che dicono
Sono pronto,
ma gli impuri
che desiderano l’acqua.

Che hanno la gola secca, e le labbra
Spaccate.
Che abbassano la testa. Davanti a Giovanni.
E all’acqua che scende dalla sua mano
Ma non davanti al re.
E alla guerra che urla nella sua mano.
Cercano l’acqua
Con gli occhi
Se hanno gli occhi
Con il cuore
Se hanno il cuore.




brividi.

grazie.