16.11.06
autunno insolito
13.11.06
commuoversi
l'importanza di un sogno.
l'importanza di fare follie.
l'importanza di perdonare.
vivere.
emozionarsi.
sorridere.
piangere.
commuoversi.
commuoversi davanti ad una situazione che ci intenersice, davanti ad un bimbo che ti chiede di proteggerlo, davanti ad un barista stanco di non ricevere mai sorrisi, davanti alla gioia di riuscire in un boulder duro, davanti ad una notte limpida nella grigia metropoli, davanti ad una serata fra amici, davanti ad una cucina sporca di cioccolato e farina, davanti alla tenerezza della mamma che ti abbraccia perchè ha paura di perderti, perchè ti vede crescere e ti rende conto che non sei più la sua "bimba"..
o forse no...forse rimarrai una bimba per sempre, forse vorresti rimanere una bimba per sempre...una bimba da coccolare, da proteggere, ma la società ti obbliga a crescere, a prendere delle decisioni, a caricarti di responsabilità, a mantenere delle promesse...
ma questo obbligarci ad un percorso ci permette di scoprire altre situazioni, ci permette di vivere tante altre emozioni che, altrimenti, non avremmo mai sperimentato...
quindi grazie.
quindi viviamo.
viviamo.
ogni istante merita di essere vissuto fino in fondo, di assaporarne ogni attimo, ogni odore, ogni goccia di sudore, ogni battito del cuore ogni alito...
emozioniarsi. sempre. senza timore.
13.9.06
emozioni in bianco e nero
i viaggi lasciano sempre un amaro in bocca che persiste per qualche tempo dopo il ritorno a casa...
si tende a vivere i giorni che seguono il rientro come malinconici, privi di colori propri, accompagnati solo dai ricordi e dalle colonne sonore che tanto ci hanno tormentato in luoghi lontani.
si, viaggiare...
back home
17.7.06
mad for supermarket
fare la spesa.
venire travolti da un turbine di confezioni, marche differenti ognuna con un logo più accativante del vicino, tutti creati da menti plasmate dalla rigida logica del mercato.
è assurdo di come si incontrino persone sempre diverse, ognuna con una storia, una vita al di fuori di quegli scaffali colmi di cibo in scatola, bevande o dolciumi.
buona spesa
13.7.06
impazienza
back to bordighera
what an experience, man?
una cittadina di mare, quasi una come le altre, quasi una insolita, piena di anziani con i loro nipotini...
quasi.
si perchè bordighera non è stato per me il solito luogo di villegiatura.molto di più...come una piccola palestra di vita, un luogo in cui sperimentare mille esperienze diverse per poi scegliere cosa ci piace fare, con chi ci piace farlo e dove ci piace farlo...
da sempre odiata durante l'infanzia in cui mi vedevo obbligata a recarmi in quel noioso paese pieno di vecchi e scarno di giovani.
in realtà non è affatto così.
il problema è che le cose di valore non vengono mai lasciate sotto gli occhi di tutti, non vengono mai esposte a qualsiasi profano con il rischio che veda l'oggetto sacro.
la gioielleria più rinomata non esporrà mai in vetrina il suo pezzo più prestigioso solo per attirare folle di curiosi, ma lascerà che ne possano fruire solo i pochi che si addentrano.
molto spesso così accade per le persone: si nascondono, non vogliono che tutti le vedano, quelle più preziose non stanno nel centro della città, ma si rintanano nei paesini attorno che offrono molta più semplicità e purezza ai contorni delle loro azioni.
grazie nonni per aver scelto di vivere in un posto come questo.
12.7.06
amsterdam: enoteca con piccola cucina
tu cosa vorrai fare da grande?
"l'ingegnere edile"
"la commessa da Treesse"
"la velina"
"l'organizzatrice di mostre"
parlare della vita e dei progetti futuri.
ognuno ha un suo obbiettivo, un suo sogno nel cassetto ed io ho voluto rendere omaggio ad uno di questi.
Amsterdam:enoteca con piccola cucina italiana.
idea insolita, ma invitante.
vendere la propria nazione e, in qualche modo, vendere anche sè stessi.
sapersi vendere:un'arte raffinata e affatto semplice.
questo è ciò che ho imparato dalle lunghe conversazioni con il futuro propietario dell'enoteca e imporatore di vini in Olanda direttamente dalla maremma toscana!
workshop
partecipare ad un laboratorio scelto fra i tanti che l'università propone e ritrovarsi immersi in un ambiente che assomiglia tanto al tanto immaginato ambiente lavorativo che da sempre frullava nella mente, ma che non aveva mai trovato una concretizzazione a livello teorico, ma soprattutto pratico.
organizzare mostre. organizzare una mostra. non una mostra qualunque, ma una mostra di fotografia, una mostra di foto di un grande maestro, di un vecchietto abbigliato da cow-boy nelle aule dell'università statale di Milano.
un folle fotografo. folle, forse un pò come tutti i fotografi che vivono per cogliere un attimo, quell'attimo che mai tornerà, quell'attimo che fa la storia, quell'attimo che tutti vivono, ma che pochi ricrdano come degno di importanza.
gli attimi.
cos'altro è la vita se non un insieme di attimi, un agglomerato di momenti, un collage di situazioni che si succedono una dopo l'altra facendoci emozionare, facendoci ridere e piangere, gioire e tremare?
vivere per l'attimo.
questo ciò che ho appreso durante gli incontri con De biasi sempre attento ad immortalare quell'unicum che solo l'obbiettivo riesce così bene a fermare nel tempo, a cui solo l'obbiettivo riesce a dare una sfumatura particolare, quasi romantica, retrò.
la fotografia conserva per me quell'alone, quell'auraticità che Benjamin tanto sentiva perduta.
quell'unicum, che per Barthes era tutto ciò che ci potesse essere, quell'unicum che cancellava tutto ciò che è venuto prima e tutto ciò che verrà dopo.
vivere per quell'istante, riviverlo cancellando ogni ricordo e immergendosi completamente nell'immagine che è viva anche se ne "mortifica" i soggetti.
acquisire una posa nel momento dello scatto per confermare la propria soggettività di soggetto consapevole di stare per divenire oggetto.
fotografare: oggetivare un soggetto.
venir fotografati: dare una forma alla propria oggettivizzazione.
vivere per qualche settimana in un surrogato del proprio futuro: un'esperienza estraniante, ma appagante.
grazie sara che mi hai accompagnato in questo percorso
dreaming norway
un viaggio. una storia. un racconto.
viaggiare.
forse l'unico modo che ci permette di conoscere al meglio ciò che ci circonda, chi ci circonda e perchè no, anche noi stessi.
andare lontano, per vedersi dentro. un paradosso forse, ma nel mondo della biologia, nel mondo della chimica dei sentimenti è quasi fondamentale. come un assioma inviolabile che mostra come sia impossibile vedersi dentro se ci si sofferma troppo a guardarsi dentro e di come ci si scopra proprio nel momento in cui non ci si stava cercando; un pò come si cercano delle risposte, quando si cerca di ricordare dei nomi che sono proprio lì sulla punta della lingua e più si cercano meno si trovano, poi, un bel giorno, mentre ci si lava i denti, ecco che ci viene in mente il nome di quell'attore tanto cercato quella sera in quella discussione fra amici..."robert redford...mah...chissà cosa vorrà dire...(sputo di dentifricio)...redford...ah, ma sì, l'attore di Proposta indecente...flushh..(acqua del rubinetto)..giusto, giusto...appena vedo claudio glielo dico!"
quest'anno spero di ritrovare una parte di me nel timido nord europa, nei fiordi dell'affascinante norvegia, nei boschi più selvaggi, nella Oslo più chic e raffinata,nel magico ponte fra due nazioni, nella mercantile Copenaghen...
viaggiare.
molto spesso una delusione rispetto ai tanti piani che si sono fatti prima della partenza, ma alla fine il sogno prima del viaggio è inevitabile: idealizzare una meta tanto agoniata, immaginare conversazioni con pescatori artici e chissà quant'altro...
11.7.06
nuovi amici
conoscere alcuni di quei ragazzi senegalesi che a volte tanto ci stressano perchè vogliono che compriamo qualcuno dei loro libri, magari acquistandone uno nella speranza di arricchire in qualche modo questi ragazzi tanto bisognosi di aiuto, ma che, secondo alcuni punti di vista, sono molto più ricchi di noi...
il loro sorriso perenne non è che la manifestazione di come "la richesse de la poche", come la chiamano loro, in realtà non aiuta molto ad incrementare "la richesse du coeur".
molto spesso non ci si rende conto di come questi ragazzi abbiano tantissimo da offrirci, di quanto essi siano ricchi, di come la loro saggezza proviene da una vita vissuta all'insegna della povertà, ma non certamente di quella di spirito.
e così, da due settimane a questa parte passo parte delle mie giornate a conversare con loro ad apprendere delle vere perle di vita da Papa Abdou, il più saggio di tutti dovuto solamente al fattore età.
è magnifico scoprire di come questi ragazzi se ne intedano di filosofia, di come conoscano Nietzsche, Decartes, Bergson, Marx e altri molto meglio di come cerchiamo di mostrare noi solo per dare una motivazione alla tanto ambita "superiorità occidentale".
ogni giorno che passa ricevo dei consigli degni di Cohelo, ogni istante che vivo con loro mi sembra di passarlo dentro L'alchimista, di come personaggi descritti nei libri in realtà, se si cerca un pò, esistano davvero.
ringrazio adri per avermi fatto conoscere questi ragazzi speciali con i quali passo le mie giornate senza scopo e, grazie alle nostre conversazioni, a poco a poco acquisiscono uno scopo.
adoro quando parliamo seduti nelle ore più calde della giornata sotto gli alberi di corso garibaldi oppure quando i passanti mi guardano male solo perchè sono una ragazza bianca seduta su una cassetta della frutta in mezzo a tre ragazzoni di colore...
colmando i loro occhi di stupore e perfidia, tutte quelle persone che passano e vivono nell'indifferenza più totale nn si rendono conto di quanto stiano perdendo.
grazie ragazzi
grigliate estive
cosa c'è di meglio se non una bella grigliata estiva fra amici al fresco di un giardino immersi nella brianza più vera?
questo è ciò che accade quando si hanno amici speciali, persone semplici che si accontentano di un'anguria da 17kg per ridere ed escogitare insieme un metodo per tagliarla!!!
questo è ciò che molto spesso manca: ricercare una felicità nella semplicità.
grazie sara, chiara, edo, alessio, giulio, adri
21.6.06
bouldering
performing in the street
eclettica per un giorno
vale-performer
performing..stare seduta su un salotto anni '30 nel centro della città ed esserci solo per il piacere di essere eccentrici...parlare e conoscere in un solo giorno mille persone differenti, ognuna capace di darti moltissimo.
un mondo nuovo.
grazie claudio-l'eclettico per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza
29.3.06
incontri inaspettati...
"quando si è posseduti da un sogno come il tuo, occorre sbrigarsi a realizzarlo prima che la vita lo rubi."
entrare in un negozio per comprare dei pantaloni ed uscirne senza, ma con un sorriso in più, una nuova voglia di fare che scorre in ogni cellula del nostro corpo e che ci spinge anche a compiere qualche pazzia solo in nome di un ideale...un'ideale che si incarna in quella voglia di vivere che tanto abbiamo dimenticato a causa di un falso pudore...
ringrazio sara per essere entrata in modo così incisivo nella mia piccola esistenza e per sostenere ogni tipo di pazzia, aiutandomi, così, a trovare l'oro della mia vita.
4.1.06
urban climbing
3.1.06
la rosa dei venti
Siamo nella Genova dei mercanti, delle navi che salpano oltreoceano alla ricerca di nuovi tesori, di nuove avventure, la Genova centro dei commerci, centro economico del mondo fino ad allora conosciuto…siamo qui, nel polo degli scambi, fra l’odore del pescato e il sudore dei mozzi intenti a pulire pontili di navi che hanno visto luoghi dei quali nessun essere umano è mai riuscito a descriverne la bellezza, che hanno visto cieli dei colori più svariati, che hanno visto uomini così diversi fra loro: colore e all’odore della pelle, abbigliamento così diversi fra loro, ma tutti così capaci di sognare, di voler andare lontano, di vedere cosa nasconde il mare, cosa c’è oltre quell’orizzonte così magico…
“Allora ragazzina!!! Quando arriva il nostro pranzo? Siamo lavoratori noi, eh? Non abbiamo tempo da perdere con una sgualdrinella come te!!!” sbraitò uno dei tanti rozzi marinai che ogni giorno affollavano la locanda del padre di Esmeralda, una ragazza costretta dal padre a lavorare ore e ore al giorno in una modesta locanda nei pressi del porto affrontando e sopportando ogni giorno gli insulti e l’insofferenza di presunti marinai misogini.
Era la sua voglia di partire, di abbandonare tutto per salpare un giorno su una delle tante barche ormeggiate al porto per ricercare la tanto sognata rosa dei venti, la protagonista di così tante leggende che ogni notte popolava i suoi sogni, che le permetteva di sopportare tutto questo, nella locanda…
“ah, i sogni…” pensava sempre Esmeralda “chissà se mai un giorno riuscirò ad inseguirli senza farli fuggire lontano, senza svegliarmi, senza che tutto finisca con la voce di papà che mi tira giù dal letto?”. Ma fu un’altra voce, quella del rozzo marinaio che la richiamò ai suoi doveri e quindi si sbrigò per poter dedicare il resto del tempo alla lettura di uno strano libro che aveva trovato infilato in una cassa di tè proveniente dall’india che suo padre aveva ordinato per deliziare i propri clienti con questa nuova bevanda proveniente da tanto lontano… di luoghi lontani parlava anche il libro del quale, a fatica, si riuscivano a decifrare le lettere che formavano il titolo “La rosa dei venti”.
“mah…che titolo strano per un libro” pensò Esmeralda, visto che gli unici libri che riusciva a leggere erano le biografie dei grandi papi e degli illustri sovrani che prendeva di nascosto dalla biblioteca della vicina chiesetta. Durante i momenti di minor ressa nella locanda, Esmeralda riusciva a leggere qualche pagina di questa splendida storia di sogni, di luoghi lontani ed, in particolare, di un luogo magico dove i venti si incontrano e modellano il cielo e le nuvole facendo prendere corpo ai sogni dei viaggiatori che vi transitano al centro. Non tutti hanno però questo onore, dice la leggenda, ma solo i più puri, i più sognatori, solo coloro i quali non hanno mai smesso di credere nel loro sogno, coloro i quali hanno deciso di sbrigarsi a realizzarlo prima che la vita glielo potesse rubare.
“Cerchiamo mozzi, marinai!!! Mozzi! Marinai! Si salpa per la Turchia! Mozzi! Marinai!” urlava il nuovo capitano de “La perla dei mari” impaziente di partire alla volta di Costantinopoli alla ricerca della propria fortuna. Sentendo queste parole ad Esmeralda si illuminarono i grandi occhi verdi “partire…la Turchia…la porta dell’oriente…chissà quali storie cela quella millenaria città, quali segreti nascosti…”. Avrebbe dovuto trovare il modo per imbarcarsi, sarebbe stato inutile cercare di far parte dell’equipaggio in vesti femminili, vecchie superstizioni dicevano che le donne a bordo portavano sfortuna, mah…storie di uomini!
Esmeralda sentì che quella sarebbe stata l’occasione per inseguire i propri sogni, per cercare la rosa dei venti…
Una sera nella locanda, indaffarata a servire ai tavoli, Esmeralda assisté ad una lite fra due marinai ubriachi per una stupida partita a carte: piatti e bicchieri iniziarono a rompersi al suolo, suo padre l’avrebbe costretta a ripagarli con il proprio lavoro, no, non poteva permettere a due vecchi di comportarsi così nel suo locale.
La rissa stava raccogliendo consensi, sempre più uomini si unirono alla lite…”oh no” pensò “come farò ora a porre fine a tutto ciò?”. Proprio nel momento in cui sembrava non poter esserci più nulla da fare per placare la lite, ecco arrivare un giovane straniero, alto, dai capelli e occhi chiari così diverso da quell’ammasso di ubriaconi che ogni giorno affollavano la locanda che riuscì ad intrufolarsi e con la diplomazia di chi viene da lontano pose fine al litigio salvando Esmeralda dalle ire del padre.
La giovane non fece in tempo ad avvicinarsi allo straniero per ringraziarlo, che questi stava già uscendo e dirigendosi verso il porto con uno strano volume in mano; si voltò un’ultima volta ed i suoi occhi incrociarono quelli di Esmeralda. Ne sarebbe rimasto ipnotizzato per sempre…
2.1.06
agosto 2005: finalmente si scala...
vacanze di natale 2005
strano....quest'anno il natale non si è fatta molto vedere dalle parti del mio cuore...non l'ho sentito molto...i miei occhi lo vedevano, ma il mio cuore non lo ha nemmeno percepito, strano...che sia impprovisamente diventato cieco? speriamo di no.