3.9.10

so(g)no l'amore




Quell'amore esisteva solo nei sogni.
Quell'amore era vero solo nei film.
Quello stomaco che si contorce non è sempre sintomo di benessere.
Quella sensazione che dà alla testa spesso non è che l'illusione di un vuoto da colmare.

E allora si scopre quanto la vita vera sia diversa.
E si vive sulla propria pelle l'esperienza di un sogno che ci porta lontano dalla felicità fatta a misura della vita reale.
E si capisce quanto quell'illusione sia un fantasma che ci siamo costruiti nel tempo per proteggerci da qualcosa che, non sapendo, ci ha provocato ancor più dolore.

Allora si scende a patti con il cuore.
Lo si placa nel suo instancabile rincorrersi.
Nel suo battere incondizionatamente.
Gli si trovano dei confini, lo si indirizza verso un sano e pieno benessere.
Che si rivela essere lontano da quell'ardore che ci devastò l'anima per anni.
Che si chiama diversamente da quell'inquietudine scambiata per amore.
Che non vive nell'incertezza e nel non detto.
Che va molto oltre l'incertezza adolescenziale.
Che si fa più lento, ma determinato.
Silenzioso e radicato.
Paziente e voglioso.
Pieno e accogliente.

Presente nell'assenza.


Il cuore e le sue teorie sul senso d'amore.