16.12.08

im_maturità

non voglio che accada.
ma ormai è già successo.
non voglio che termini.
ma forse è già terminato.
prima ancora di iniziare.

parole mi rimbombano per la testa come in un'eco senza fine.
vorrei poter smettere di ascoltare.
ma viene da dentro.
vorrei poter riascoltare.
ma è stato detto. 

ho ancora troppo da dire.
c'è ancora troppo che voglio che tu senta.
sicuramente ascolterai.
ma probabilmente non cambierai.
idea. pensiero. convinzione.


serena malinconia di una giornata di sole. in cui tutto è perfetto.
forse troppo.




If it weren't for your maturity none of this would have happened 
If you weren't so wise beyond your years I would've been able to control myself 
If it weren't for my attention you wouldn't have been successful and 
If it weren't for me you would never have amounted to very much 

Ooh this could be messy 
But you don't seem to mind 
Ooh don't go telling everybody 
And overlook this supposed crime 

We'll fast forward to a few years later 
And no one knows except the both of us 
And I have honored your request for silence 
And you've washed your hands clean of this 

You're essentially an employee and I like you having to depend on me 
You're kind of my protégé and one day you'll say you learned all you know from me 
I know you depend on me like a young thing would to a guardian 
I know you sexualize me like a young thing would and I think I like it 

What part of our history's reinvented and under rug swept? 
What part of your memory is selective and tends to forget
What with this distance it seems so obvious? 

Just make sure you don't tell on me especially to members of your family 
We best keep this to ourselves and not tell any members of our inner posse 
I wish I could tell the world 'cause you're such a pretty thing when you're done up properly 
I might want to marry you one day if you watch that weight and keep your firm body 

We'll fast forward to a few years later 
No one knows except the both of us 
And I have honored your request for silence 
And you've washed your hands clean of this 


Hands clean, Alanis Morissette

11.12.08

godot comes_3

L'ultimo.
e poi prometto che la smetto.
ma è troppo. tutto. insieme.
per non continuare.
troppo assurdo per essere lasciato in pace.
troppo vero per non essere assurdo.

ESTRAGON:
We came here yesterday.
VLADIMIR:
Ah no, there you're mistaken.
ESTRAGON:
What did we do yesterday?
VLADIMIR:
What did we do yesterday?
ESTRAGON:
Yes.
VLADIMIR:
Why . . . (Angrily.) Nothing is certain when you're about.


Beckett Samel, Waiting for Godot.

godot comes_2

Un secondo omaggio alla medesima surrealtà.
non posso più farne a meno.
la mia nuova droga. 
è surreale.
assurda.
come Godot.
che alla fine.
nonostante ciò che dicono.
arriverà.


(decostruzione sintattica. per te)




ESTRAGON:
People are bloody ignorant apes.
He rises painfully, goes limping to extreme left, halts, gazes into distance off with his hand screening his eyes, turns, goes to extreme right, gazes into distance. Vladimir watches him, then goes and picks up the boot, peers into it, drops it hastily.
VLADIMIR:
Pah!
He spits. Estragon moves to center, halts with his back to auditorium.
ESTRAGON:
Charming spot. (He turns, advances to front, halts facing auditorium.) Inspiring prospects. (He turns to Vladimir.) Let's go.
VLADIMIR:
We can't.
ESTRAGON:
Why not?
VLADIMIR:
We're waiting for Godot.
ESTRAGON:
(despairingly). Ah! (Pause.) You're sure it was here?
VLADIMIR:
What?
ESTRAGON:
That we were to wait.
VLADIMIR:
He said by the tree. (They look at the tree.) Do you see any others?


S. Beckett, Waiting for Godot.

godot comes_1

In omaggio alla nostra quotidiana surrealtà.

ESTRAGON:
What?
VLADIMIR:
Suppose we repented.
ESTRAGON:
Repented what?
VLADIMIR:
Oh . . . (He reflects.) We wouldn't have to go into the details.
ESTRAGON:
Our being born?
Vladimir breaks into a hearty laugh which he immediately stifles, his hand pressed to his pubis, his face contorted.
VLADIMIR:
One daren't even laugh any more.
ESTRAGON:
Dreadful privation.
VLADIMIR:
Merely smile. (He smiles suddenly from ear to ear, keeps smiling, ceases as suddenly.) It's not the same thing. Nothing to be done. (Pause.) Gogo.
ESTRAGON:
(irritably). What is it?
VLADIMIR:
Did you ever read the Bible?
ESTRAGON:
The Bible . . . (He reflects.) I must have taken a look at it.
VLADIMIR:
Do you remember the Gospels?
ESTRAGON:
I remember the maps of the Holy Land. Coloured they were. Very pretty. The Dead Sea was pale blue. The very look of it made me thirsty. That's where we'll go, I used to say, that's where we'll go for our honeymoon. We'll swim. We'll be happy.
VLADIMIR:
You should have been a poet.
ESTRAGON:
I was. (Gesture towards his rags.) Isn't that obvious?
Silence.


Beckett Samel, Waiting for Godot.

surrealtà

per te che accompagni le mie notti. tutte le mie notti.
per che mi disturbi dall'asana dell'albero e, a volte, anche del cobra.
per te che tolleri così a fatica la deconcentrazione, ma adori la surrealtà della nostra -forzata, a tratti, dalla mia.
per te che leggi tutto e non commenti mai.
per te che starai scrivendo.
per me che starò leggendo.


infiniti.
come i giorni che mi separano dal 20.
come i minuti che mi separano dal momento di surrealtà quotidiano.

pieni.
come i dialoghi sulla surrealtà.
come un commento sulla non realtà.

devastante.
come l'attesa per un verdetto.
come un'aspettativa che non si sa fino a che punto potrà essere disattesa.

ineffabile.
come l'ermetismo.
come la riservatezza.

ilare.
come woody nei momenti migliori.
come il mondo dell'arte contemporanea.

"ma come?, dice lui,  non ti piaceva quel cubo di plexiglas in mezzo alla stanza?
o quella scatola di polistirolo sotto la scala?"

inizio a ricordarmi.
la mia attenzione ha avuto, stranamente, alcuni attimi di concentrazione.
e il soggetto di tutto questo, non è che un surreale mondo notturno che addolcisce le tristi notti di anime vaganti, ignare di cosa le attenderà al di fuori di questa pittoresca comédie humaine.
vladimir ed estragon saranno lì.
ogni notte. 
ad aspettare.
ad aspettarlo.
anche se sanno che arriverà sono nel momento in cui inizieranno a cercarlo.
sapientemente.

 

8.12.08

ermetismo

Le mie giornate scorrono senza che nemmeno me ne accorga.

troppo a cui pensare.

troppo poco tempo per farlo.

un ermetismo diffuso nasce da tutto questo.

pochi pensieri. concisi. inespressi. ridotti all'estrema compattezza.

oggi va così.

domani chissà.

ma io penso che andrà allo stesso modo.


riporto su questa pantalla pixelata ciò che avevo annotato in questi giorni su fogli, scontrini, pezzi di carta e supporti più o meno virtuali. non elaborerò nulla. lascerò che il tempo mi aiuti a sviluppare questi concetti e ritrovarne un'applicazione e una degna concretizzazione. saggio aiuto del tempo. per fortuna che ci sei tu che, anche se all'inizio nessuno ti crede, poi sei il solo che aiuta a capire, metabolizzare, dimenticare, ricordare, ravvivare e definire.

sarà una mail terribilmente fredda e a tratti distaccata. ma non per volontà. e se lo è la mail non è detto che lo sia anche io. ma devo ammettere che mi sono terribilmente stufata di tutto quel mondo di infinita retorica che spesso ci siamo portati addosso come un cappotto che ci pesa e non ci riscalda affatto.

nessuna implicazione è contenuta in queste parole.

semplicemente combatto fra la voglia di giocare con le parole e la volontà di dare un senso a tutto ciò che scrivo. che ti scrivo.

come in una lista della spesa.

una terribile e silenziosa lista della spesa persa in qualche remoto ipermercato di non-so-bene-quale-città in non-so-bene-quale-paese.



pensiero 1.

mail. narciso. adone. retorica a tratti stantia e ripetitiva mescolata ad una volontà di essere teneramente dolci. per troppo tempo sono stata abbagliata da tutto questo. voglio solo cose vere. sincere. e chiare. 

forse ho bisogno di tanta chiarezza negli altri forse proprio perchè io non lo sono affatto. 

ma questo è un altro problema, come diresti tu. o forse no?


pensiero 2.

eccessiva esaltazione dell'aspetto fisico. non ho più voglia di fare l'amore. in generale. con nessuno. non ho neanche lontanamente la testa per concedermi a qualcuno fisicamente. i miei pensieri sono sempre e costantemente altrove. su quel futuro che pensavo di avere trovato, mentre invece lo sto ancora, miseramente, cercando.

ironia di un destino che mi ha portato lontana, mentre tu ti stai inesorabilmente avvicinando.

e io che faccio?cerco solo di non sprecare il denaro di questo viaggio.

cerchiamo di far fruttare i soldi in qualche modo.

almeno quelli. 

dato che le idee decidono di fruttare solo quando fa comodo a loro.


pensiero 2 bis. 

aspetto fisico esaltato in ogni suo aspetto. non posso e non voglio vivere circondata da questo terribile mondo del guardare solo per guardare senza vedere nulla. non posso resistere con una persona che è attratta da me per ciò che sono fisicamente. anche sì. ma non voglio sentirmi ripetere "che braccia, che spalle, che schiena". è finito il tempo dell'esaltazione del culturismo.

adoro curare il mio corpo, ma odio che qualcuno me lo faccia notare.

insensata paranoia profondamente radicata in un io non più modificabile.

non fino a questo punto. perlomeno.

o forse no?


pensiero 3.

adoro la moda, sì. ma solo quella che faccio io.

adoro fare fotografie, sì. ma solo come dico io.

egoismo ridondante.

cambiamento diffuso.

non voglio essere vittima della moda. nè tantomeno di questo fottutissimo istituto. che mi sta inesorabilmente sottomettendo ai suoi gusti e ai suoi ritmi che, invece non fanno che aumentare questo senso di nausea.

il tempo dello psico-reato è lontano dal ritornare presente.

o forse no?


pensiero 4.

illusione.

come si può parlare di illusione, di venire illusi, quando per mesi non ho fatto che cercarti e dimostrarti di essere lì solo e soltanto per te e tu te ne sei sbattuto. o forse no?

forse io non ti ho mai cercato. non ti ho mai dimostrato nulla.

e tu tantomeno.

1-1: palla al centro.


pensiero 5.

sbattersene.

forse sono io che me ne sono sbattuta ogni volta che te andavi dicendo che sarebbe stata l'ultima? cosa c'è di diverso oggi in te da quell'ultima volta? cosa c'è di diverso in me da quell'ultima volta che non mi fa più commuovere quando mi dirai che te ne andrai ancora. per sempre?

nuova sensibilità. forse.

nuovo io. non penso.

nuovo modo di vedere le cose-sentire-provare-richiedere-esigere-dare-fare-disfare. molto probabile.


pensiero 6.

ho passato mesi ricevendo sempre gli stessi messaggi. nel bene e nel male. e sperando in un cambiamento. nel bene o nel male. come amano dire quei seguaci di quel grande esempio di amore che oggi sembra essere stato un pò dimenticato, da alcuni, e sopravvalutato, da altri.

cerchiamo il nostro amore.

cerchiamo di fornirne noi un esempio. e non qualcun altro.

dio è morto. dicevano.

io non ci credo.

ma lasciatemi pensare che possa essere anche così.

chissà perchè poi la gente sbatte ancora, e in maniera così forte, la testa contro il muro per cercare di capire cosa sia questo maledettissimo amore, invece di viverlo un pò.

mi sono stancata di parlare di amore.

mi viene la nausea.

lo stomaco si sta ribellando. rivoltando. un'altra volta. la seconda da quando sono seduta davanti a questo schermo che prima o poi finirà per accecarmi.

mi è passata la fame.

peccato, era ora di pranzo.

peccato, avevo preparato una splendida frittata di zucchine. l'ennesima.

forse meglio così.

sì, è sicuramente meglio che mi  sia passata la fame, almeno non devo mangiare la stessa merda per il quinto giorno di fila.


pensiero 7.

difesa.

naturale e inarrestabile meccanismo di difesa.

apertura-chiusura al mondo.

indicibilità di  una situazione non ben definita.

indefinitezza di una situazione temporaneamente ben definita.

attesa di un momento che verrà in cui le cose sembreranno e potranno cambiare.

per il momento sto. e ora stai. come dicevano le migliori insegnanti di aerobica, strizzate nelle loro tutine dai colori psichedeliche in quegli eclettici anni Ottanta.


il numero 7 ci conduce alla fine.

in questa temporanea fine ti abbraccio.

io-abbraccio-te.

siamo chiari.

per una volta.


con quello che tutta questa chiarezza potrebbe mai comportare.


4.12.08

strategie

assurdo fatto di scrivere una mail.

assurda e ironica sensazione nel scriverti una mail che, in realtà è stata già scritta, le cui parole sono già state tasteggiate su piccole caselline bianche affinchè diventino elementi carichi di significato, ma la cui concretizzazione è finita chissà dove in questo maledetto etere che, Gargamella e i suoi colleghi, non si decidono a far funzionare totalmente per non renderci la vita eccessivamente semplice, evitando che la loro funzione, con il passare del tempo, forse, venga meno. (anche se sinceramente non mi dispiacerebbe un mondo con un pò meno Ing e un pò più di sicurezza in queste macchine maledette).

anyway.

per evitare possibili sorprese scrivo sapientemente in Text Edit e salvo ogni 2-3 minuti, aggirando queste maledette macchine che, alla fin fine, qualcuno dei nostri simili ha inventato e quindi, noi, in quanto simili, possiamo individuarne strategie di raggiro.

mail addiction.

nuova droga che segna le mie misere giornate.

o forse la dipendenza alla scrittura è dettata da un remoto e inconscio desiderio di lettura.

la seconda che hai detto. suggerisce Quelo.

mac_libro

apro il mac_libro bianco, cerco l'icona di Safari, entro nella giungla. attendo che la barra diventi blu. digito un destinatario. e inizio a scrivere. un flusso continuo di pensieri senza senso. di concetti che cerco di farti arrivare, con tutta la difficoltà che questo comporta. la difesa dello schermo bianco, sicuramente, non ha rivali. è altissima. una barriera senza paragoni.

e quindi esce tutto. o quasi. in una maniera più o meno chiara. cerco di farti arrivare almeno una parte di tutto questo. ma poi mi imbarazzo e non ti parlo di nulla.

d'altronde non ci puoi aspettare troppo da una laureanda in scienze umanistiche per la disoccupazione che si ritrova in un contesto di finti artisti alle prese con lampadine di tungsteno più o meno potenti.

adoro il tungsteno.

odio la mia incapacità nel maneggiarlo.

adoro la possibilità di poter comunicare attraverso la scrittura.

odio la mia limitatezza nell'utilizzarlo.

adoro farmi la doccia bollente fino a scottarmi.

odio i capelli che muiono miseramente su una ceramica bianca.


non ho mai voluto entrare in maniera irrispettosa nella stanza d'albergo altrui, ma le receptionist non capiscono mai nulla e non ho la pazienza di aspettare e ripetere. ma soprattutto aspettare.

niente prenotazione via fax questa volta.

sarà per la prossima volta. forse.