Siamo nella Genova dei mercanti, delle navi che salpano oltreoceano alla ricerca di nuovi tesori, di nuove avventure, la Genova centro dei commerci, centro economico del mondo fino ad allora conosciuto…siamo qui, nel polo degli scambi, fra l’odore del pescato e il sudore dei mozzi intenti a pulire pontili di navi che hanno visto luoghi dei quali nessun essere umano è mai riuscito a descriverne la bellezza, che hanno visto cieli dei colori più svariati, che hanno visto uomini così diversi fra loro: colore e all’odore della pelle, abbigliamento così diversi fra loro, ma tutti così capaci di sognare, di voler andare lontano, di vedere cosa nasconde il mare, cosa c’è oltre quell’orizzonte così magico…
“Allora ragazzina!!! Quando arriva il nostro pranzo? Siamo lavoratori noi, eh? Non abbiamo tempo da perdere con una sgualdrinella come te!!!” sbraitò uno dei tanti rozzi marinai che ogni giorno affollavano la locanda del padre di Esmeralda, una ragazza costretta dal padre a lavorare ore e ore al giorno in una modesta locanda nei pressi del porto affrontando e sopportando ogni giorno gli insulti e l’insofferenza di presunti marinai misogini.
Era la sua voglia di partire, di abbandonare tutto per salpare un giorno su una delle tante barche ormeggiate al porto per ricercare la tanto sognata rosa dei venti, la protagonista di così tante leggende che ogni notte popolava i suoi sogni, che le permetteva di sopportare tutto questo, nella locanda…
“ah, i sogni…” pensava sempre Esmeralda “chissà se mai un giorno riuscirò ad inseguirli senza farli fuggire lontano, senza svegliarmi, senza che tutto finisca con la voce di papà che mi tira giù dal letto?”. Ma fu un’altra voce, quella del rozzo marinaio che la richiamò ai suoi doveri e quindi si sbrigò per poter dedicare il resto del tempo alla lettura di uno strano libro che aveva trovato infilato in una cassa di tè proveniente dall’india che suo padre aveva ordinato per deliziare i propri clienti con questa nuova bevanda proveniente da tanto lontano… di luoghi lontani parlava anche il libro del quale, a fatica, si riuscivano a decifrare le lettere che formavano il titolo “La rosa dei venti”.
“mah…che titolo strano per un libro” pensò Esmeralda, visto che gli unici libri che riusciva a leggere erano le biografie dei grandi papi e degli illustri sovrani che prendeva di nascosto dalla biblioteca della vicina chiesetta. Durante i momenti di minor ressa nella locanda, Esmeralda riusciva a leggere qualche pagina di questa splendida storia di sogni, di luoghi lontani ed, in particolare, di un luogo magico dove i venti si incontrano e modellano il cielo e le nuvole facendo prendere corpo ai sogni dei viaggiatori che vi transitano al centro. Non tutti hanno però questo onore, dice la leggenda, ma solo i più puri, i più sognatori, solo coloro i quali non hanno mai smesso di credere nel loro sogno, coloro i quali hanno deciso di sbrigarsi a realizzarlo prima che la vita glielo potesse rubare.
“Cerchiamo mozzi, marinai!!! Mozzi! Marinai! Si salpa per la Turchia! Mozzi! Marinai!” urlava il nuovo capitano de “La perla dei mari” impaziente di partire alla volta di Costantinopoli alla ricerca della propria fortuna. Sentendo queste parole ad Esmeralda si illuminarono i grandi occhi verdi “partire…la Turchia…la porta dell’oriente…chissà quali storie cela quella millenaria città, quali segreti nascosti…”. Avrebbe dovuto trovare il modo per imbarcarsi, sarebbe stato inutile cercare di far parte dell’equipaggio in vesti femminili, vecchie superstizioni dicevano che le donne a bordo portavano sfortuna, mah…storie di uomini!
Esmeralda sentì che quella sarebbe stata l’occasione per inseguire i propri sogni, per cercare la rosa dei venti…
Una sera nella locanda, indaffarata a servire ai tavoli, Esmeralda assisté ad una lite fra due marinai ubriachi per una stupida partita a carte: piatti e bicchieri iniziarono a rompersi al suolo, suo padre l’avrebbe costretta a ripagarli con il proprio lavoro, no, non poteva permettere a due vecchi di comportarsi così nel suo locale.
La rissa stava raccogliendo consensi, sempre più uomini si unirono alla lite…”oh no” pensò “come farò ora a porre fine a tutto ciò?”. Proprio nel momento in cui sembrava non poter esserci più nulla da fare per placare la lite, ecco arrivare un giovane straniero, alto, dai capelli e occhi chiari così diverso da quell’ammasso di ubriaconi che ogni giorno affollavano la locanda che riuscì ad intrufolarsi e con la diplomazia di chi viene da lontano pose fine al litigio salvando Esmeralda dalle ire del padre.
La giovane non fece in tempo ad avvicinarsi allo straniero per ringraziarlo, che questi stava già uscendo e dirigendosi verso il porto con uno strano volume in mano; si voltò un’ultima volta ed i suoi occhi incrociarono quelli di Esmeralda. Ne sarebbe rimasto ipnotizzato per sempre…
3.1.06
la rosa dei venti
QUESTA E' SOLO UNA STORIA, PER IL MOMENTO INCONCLUSA, DI TRE GIOVANI SOGNATORI CHE DECISERO DI LASCIARE TUTTO PER SEGUIRE IL LORO CUORE...
LA ROSA DEI VENTI