Rivivere quella specie di meccanismo automatico-burocratico che unisce un uomo e una donna nel momento in cui non si conoscono, ma che, irrimediabilmente, si piacciono.
Si può chiacchierare di cose intelligenti o stupide, tentare di sedurre o essere timidi.
Ma c'è un attimo.
Prima che cominci tutto.
Che è quell'attimo giusto prima di baciarsi che sembra non arrivare mai.
Che sembra non finire mai.
Che si vorrebbe non finisse mai.
Quello che determinerà il fatto di andare a casa tua o casa sua.
Quello che determinerà il fatto di addormentarsi con la gioia nel cuore o più semplicemente fra le sue braccia.
Ed è in quell'attimo che si esprimono quelle due o tre frasi che sono un misto di banalità, falsità, intimità e timidezza.
Cose che ogni volta che ci si ripensa viene la pelle d'oca oppure infilare la testa sotto il piumone per la vergogna o che, ancora, ti fanno cacciare un urlo di gioia nel silenzio della casa vuota, la mattina dopo.
Sono frasi che non si ripeterebbero mai.
Che bisogna dimenticare di avere dette o ascoltate.
Ma poi lo dici.
Ascolti la risposta.
E vi baciate.